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La radice grgr o gr o grn, d'origine illirica (1), è quella che più si adatta al contenuto semantico dello Sperone d'Italia.
Tale radice appare ragionevolmente la risultante della parola ripetuta slava gora (gora gora) monte, montagna. Ovvero gornja gora complesso montuoso silvano di livello superiore o ancora gorenja gora complesso montuoso silvano in fiamme, ardente (per i frequenti incendi a cui e boschi del Gargano erano soggetti sin dall'antichità, soprattutto d'estate).
Una derivazione d'origine ebraica, "Kharkhar" zona vulcanica, appare poco o affatto convincente, come bene ha evidenziato don Salvatore Prencipe nella sua Storia di Mattinata (2).
Ma diciamo di più. Etimologicamente garg è anche voce onomatopeica imitativa del suono rauco che viene emesso nella gola, quando ci si sforza di liberarla dalla eccessiva salivazione. Tale radice risulta presente nelle lingue indoeuropee meridionali (greco e latino) con significati che danno l'idea di:
Tali significati sono rimasti tutti nelle lingue neolatine in quei vocaboli che contengono la radice grg, grgr, grgrn. Il Gargano contiene in sé sublimata una mirabile sintesi di tutti questi significati.
E ciò ben fu compreso fin dall'antichità dal navigante greco che vi giungeva dal mare, o vi navigava intorno per i sessantacinque chilometri di coste piene di anfratti e insenature e si avventurava ad esplorarne le sue immense foreste in lungo e in largo, risalendo per monti, vallate incassate e canaloni.
Sappiamo da Orazio: Garganum mugire putes nemus aut mare tuscum tu pensi che muggisca il bosco Gargano o il mare Tirreno (epistole II, 1, 202) e ancora aut Aquilonibus querqueta Gargani laborant né i querceti del Gargano resistono a fatica ai venti impetuosi di tramontana. Il poeta descrive il Gargano come una fitta selva sopraelevata, tormentata da venti tempestosi che soffiano urlanti e furibondi, attraverso i suoi folti alberi, sulle creste dei monti e lungo i canaloni vallivi da o verso il mare, sul quale si accumulano (aggiungiamo noi) onde schiumose e paurose e si formano gorghi che ben reggono il paragone con il mare in tempesta del Tirreno.
Il colono greco (e poi romano) dovette apprendere con meraviglia dagli indigeni illirici che il territorio era da essi nomato con radice grgr o grgrn ed adottarono volentieri il toponimo che ben sintetizzava, nella loro immaginazione, quanto loro ultimi avevano colto del luogo.
(1) Ê improprio voler conferire al Gargano un'etimologia greca, basandola su nomi di popoli (i Gargari) o di città (Gargaro in Misia e/o Frigia) dell'antica Grecia. Ê dimostrabile infatti che tali toponimi greci sono di origine preellenica e più precisamente illirici.
Gli Illiri, per quanto qui ci riguarda, erano popoli della Bassa Danubiana, da dove si infiltrarono in tempi preistorici in Grecia, nei Balcani ed Epiro (l'odierna Albania). Essi erano per i Greci popoli barbari, quindi non di lingua greca, e si accontentavano di abitare le zone più inospitali, prevalentemente montagnose.
Tracce molto profonde delle loro parlate si rinvengono nelle lingue balcaniche (serbo-croato-sloveno) e soprattutto nella lingua albanese. Quest'ultima lingua è considerata per la sua peculiarità la più diretta erede delle parlate illiriche.
Ciò premesso, che Gargano è di origine preellenica (illirica) può essere provato dal fatto che:
ultimo aggiornamento: 02/2021
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