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Dizionario - K.


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Kaččùn (u/i) (pr. kacciùn)
- cane di taglia piccola (dim. di kën cane).
E. corruzione del dim. ca(ne)ttino in ca(ne)ccino (lat. catulus piccolo cane, piccolo animale).

Kaččunìdd: cagnolino.

Kàcchy
- primo tralcio della vite.
E. < it. cacchio.

Kacchyàstr (u/i)
- sarago (tipo di pesce);
- piccolo animale in genere.
E. < it. cacchio (lat. catulus piccolo animale in genere) + suff. -astro con valore peggiorativo.

Kacchyòn
- ragazzo sui 14 anni.
E. accr. di kàcchy con significato traslato.

Kadd (u/i)
- callo.
E. adatt. della corr. parola it. per ll > dd.

Kafòn
- villano, zotico.
E. < gr. okafeus zappatore (caduta della o iniziale) e in senso generale zoticone. Anche plausibile < lat. cafo-onis soldato spicciativo e rozzo colono romano. Meno prob. < lat. cabo-onis cavallo castrato, che riferito a uomo starebbe per incapace o debole, e quindi con senso contrario all'energia propria dello zappatore o del soldataccio romano.

Kafùn: al plurale.

Kağğòl (s/p) (pr. kaggiòl)
- gabbia per uccelli.
E. < it. raro gabbiola < it. ant. gaggia (gabbia) + suffisso vezz. -ola. lat. caveola. fr. cage.

Kainët (s/p)
- cognato.
E. corruzione della corr. parola it. derivata dal lat. cognitus ben noto, conosciuto. sp. couñado, fr. cognat.

Kainàt'm: mio cognato;
Kainàt't: tuo cognato.

Kakagghyá (a. skakàghy)
- tartagliare.
E. < sp. callar tacere + cacarear il cantare del gallo. Da voce onom. determinatasi nell'esperienza con la ripetizione del suono ca...ca in riferimento a colui che, ponendo ogni sforzo nell'esprimersi, emette continuamente tale suono.

Kakazzòn
- pauroso.
E. sost. costruito sull'it. scacazzare (per effetto della paura eccessiva). it. cacone. sp. cagon.

Kakìzz (u/i)
- caco (frutto).
E. < giapponese kekí con la i molto accentata che fa percepire allo straniero il seguito di una consonante sibilante (s, č, z), nel nostro caso una doppia z. Persiano khak sabbia.

Kakkavìdd (u/i)
- pentola grande di rame o di terracotta.
E. < dim. gr. kakkabos. lat. caccabus, it. caccavella.

Kakòn
- collo di bottiglia o di damigiana.
E. contrazione lat. cacumen cima, vetta. Per analogia l'alto della bottiglia o della damigiana.

Kal'kàss (u/i) (a. triktràk)
- mortaretto, scoppio di mortaretto.
E. < gr. colafos schiaffo, il cui rumore è associato a quello dello sparo. Ovvero < it. calcare, calcato nel senso di pigiato, pressato riferito alla polvere da sparo che viene "calcata", pigiata nella confezione del mortaretto o direttamente pressata nei cannoncini, per renderla efficace nello scoppio.

Kal'tër (u/i)
- caldaia, pentola per riscaldare l'acqua o tenerla tiepida.
E. < sp. caldera. it. raro caldara.

Kalùniy (s/p) (a. s'ğğìll, skumpagná)
- litigio.
P. es: ann fatt a kalùniy: hanno litigato.

Kal'z (a. kal'zòn)
- pantalone.
E. < it. calza che nel medioevo veniva indossata come un moderno collant, così da costituire il prototipo del pantalone.

Kal'zètt: calza corta che arriva poco sopra il collo del piede;
Kal'zìtt: calzini;
Kal'zunètt: mutande; pantaloncino.

Kal'zungìdd
- dolci natalizi: calzoncelli di pasta fritta ripieni di marmellata di frutta o di ceci.
E. < da calza.

Kambanër
- interiora costituite dalla trachea con i polmoni.
E. la voce dialettale appare costruita ad imitazione dell'it. campana. Infatti il gruppo di organi in parola, una volta estratto, assomiglia vagamente ad una campana.

Kambën (s/p)
- campana.

Kambanìdd (s/p): campanello.

Kambës (s/p)
- fiscella per ricotta.
E. < kambën campana, per la forma a campana della fiscella in vimini. Ovvero incrocio kambën + kës cacio (kës'rkòtt cacioricotta).

Kambsèdd: piccola fiscella (per ricotta).

Kam'bšá (pr. kam'bsciá; a. Kam'pšá)
- pascolare;
- campeggiare.
E. corruzione sp. campear pascolare; trasl. it. campeggiare, per ğ > š.

(u) Kambumìll
- camomilla (letteralmente "il camomillo").

Kamëš
- brutto, deforme.
E. corruzione dell'it. raro ca(ra)mogio persona piccola, ridicola e deforme. Persiano kharmūsh grosso topo.

Kammìs (s/p)
- camicia.

Kanagghyòn
- cagnone.

Kanagghyùn: al plurale.

Kanarùt (s/p) (a. kannarùt)
- goloso.
E. Kannarùzz.

Kanaruzzètt
- tipo di pasta industriale di piccolo fomrato (lumachine/conchigliette, ditaloni), mangiate con legumi, ricotta...
E. prob. in senso figurato < kannidd.

Kanğá (pr. Kangiá)
- cambiare.
E. < it. dis. cangiare, fr. changer.

Kanğët: cambiato.

Kangr'yá
- masticare, mangiare furtivamente;
- rimuginare.
E. verbo costruito sul sost. gangël dente molare, quindi un dar di denti.

Kanìgghy
- crusca;
- roba da cani.
E. < it. cane (lat. canis), roba da cani, ai quali risulta particolarmente appetitosa. Di crusca era confezionato un farinaccio a mo' di tarallo per cani.

Kanigghyòl
- forfora.
E. dim. di kanìgghy crusca, con significato traslato, per la somiglianza della forfora a kanìgghy.

Kanìstr (u/i)
- cesto, canestro.
E. < lat. canistrum, cesto costruito con liste di canna.

Kannarùzz
- gola.
E. < it. gargozzo e dis. cannarozzo, dove canna sta per canale della gola + gozzo che è la parte dilatata sotto la gola. Da cui kanarùt goloso e kannaturìz'y leccornia.

Kannatòn
- recipiente di zinco da 5 o 10 litri con due manici ai fianchi usato per misurare il vino.
E. accr. di kannët.

Kannaturìz'y (s/p)
- leccornia.
E. vedi kannarùzz.

Kannël (s/p)
- candela.
E. adatt. della corr. parola it. per nd > nn.

Kannët (s/p)
- anfora di creta con due manici ai lati usata specialmente per attingere l'acqua.
E. prob. il termine risale all'uso di rivestire con liste di canna a scopo protettivo, il recipiente di terracotta. Kannatòn.

Kannìdd
- ditale di canna per mietitore, indossato a protezione delle dita e del dorso della mano sinistra dai fendenti della falce.
E. traslato it. cannello e adatt. dialettale per ll > dd.

Kann'lìcchy (u/i)
- cannolicchio (cappalunga: mollusco marino bivalve).
E. < it. cannolicchio composto da cannolo + nicchio guscio della conchiglia; nicchio < lat. volg. nidiculus dim. di nidus nido.

Kantòn
- pietra tufacea a forma di parallelepipedo molto in uso nelle costruzioni in Puglia.
E. < gr. kanthos e kanptos lato, angolo. ted. kant angolo. U kantòn deve la sua specifica denominazione al suo impiego prevalente nei muri angolari e maestri delle costruzioni. I muri interni venivano completati con materiali edili più leggeri (mattoni di terracotta, assi di legno per il pavimento e per le pareti divisorie). R'n'kòn.

Kantùn: al plurale.

Kapá
- scegliere.
E. < lat. capio-capere scegliere. sp. capar diminuire.

Kapët: scelto.

Kaparròn
- murice, mollusco marino dei gasteropidi ricoperto di punte.
E. < gr. capá per catá preposizione intensificativa ed ereso tingo. Anticamente da questi gasteropodi si estraeva la porpora, di qui l'etimologia greca.

Kaparrùn: al plurale.

Kap'ddìn
- capigliatura folta e ben acconciata.
E. trasl. sp. capellina (ll > dd) elmo elegante con cresta molto alta e con falde rivolte all'insù, in uso fino al sec. XVI.

Kapèzz (s/p)
- cavezza.
E. < it. dis. capezza < lat. capitium apertura della tunica in alto entro cui far passare la testa (caput).

Kapòt'k (a. puniòn)
- caparbio, cocciuto.
E. forma contratta della loc. lat. caput hosticus capo (os)tico.

Kappètt (s/p) (a. mullètt)
- pinzetta di legno o plastica per tenere fermi i panni stesi ad asciugare.
E. < sp. chapeta laminetta < chapa specie di fermaglio; ted. klappe coperchio, botola, cerniera.

Kappìdd (u/i)
- cappello.
E. adatt. della corr. parola it. per ll > dd.

Kapp'ddùzz: cappellino.

Kàpr'y (u/i)
- capro (maschio della capra). Krëp.

Kap'šòl (pr. kap'sciòl)
- fettuccia, nastro.
E. < sp. capichola nastro.

Kapyènt
- capiente (riferito a un recipiente);
- capace di capire, di apprendere.
E. < lat. capiens-entis capiente e fig. capace di capire, di apprendere. L'it. capiente ha conservato il solo valore semantico materiale della voce lat. con riferimento alla capacità di un recipiente.

Karabìn
- garbino (vento di Sud-Ovest).
E < it. garbino < ar. garbi occidentale.

Karatìdd (u/i)
- piccola botte oblunga adatta per essere trasportata su carri o animali da soma.
E. < it. dis. caratello < carro per l'attitudine del karatìdd di essere trasportato su carri. ar. girat carato, la 24a parte di una botte.

Karòff'l (a. babb, m'gnarìl, 'nghyòn, 'nzalanùt, p'ngòn, p'sasèl, stòt'k, tapunër)
- gaglioffo (persona goffamente ridicola o buona a nulla);
- cialtrone presuntuoso e sciocco);
- furfante, briccone, ribaldo.

Karòf'l (u/i)
- garofano.
E. < gr. caryophyllon, lat. caryophillum.

Karòt (s/p)
- barbabietola.

(funğ) Karrër (u/i)
- tipo di fungo commestibile presente sul territorio viestano.
E. < carro prob. per l’abbondanza in cui si trovano in fila.

Kar'stùs (a. kòr'y)
- caro di prezzo;
- poco generoso, avaro, chi vende a prezzi di carestia.
P. es: sta kòs ëy nu pòk Kar'stòs: questa cosa è un po' cara; sí nu kar'stùs f'tènt: sei un avaro puzzolente, da fare schifo.
E. < it. carestoso, it. ant. carestioso da carestia nel significato di avarizia. lat. carere essere privo. Kar'stùs è chi vende a prezzi di carestia. Di qui il senso dialettale riferito e al prezzo (caro) e al venditore (ingeneroso).

Kar'stòs: al femminile.

Kar'šá (pr. kar'sciá)
- trasportare;
- traslocare.
E. < it. dis. carreggiare trasportare su carri, per ğ > š.

Kar'šët: trasportato; traslocato;
Karìš!: vai via! (imprecazione). Lett. "trasportiti lontano".

Karùs (u/i) (a. m'lòn, p'kùzz, skazzam'lòn, skazzètt, skuppët, tatam'lòn)
- testa rapata. Karùs in viestano è riferito alla rasatura del capo praticata ai ragazzini per lo più per motivi di igiene, mentre nei dialetti napoletano e siciliano compare con il significato di ragazzo.
P. es: t' sí fatt nu karùs o u m'lòn (il melone): ti sei rapato a zero.
E. il termine risale al gr. kàra testa e al lat. cariosus cariato, riferito alla tigna che colpisce il calvo; ovvero al verbo lat. corrosare (sp. araesar) tosare, radere, rapare. Karùs è anche il puledro, per il pelo molto corto del mantello.

Karusìdd (u/i)
- salvadanaio di creta. Nel gioco spagnolo delle canne, passato a Napoli prima che in altre parti d'Italia, i cavalieri giostranti si gettavano palle di creta. Il torneo dei cavalieri era denominato in it. carosello < fr. carrousell giostra, torneo. Nel 1700 > ted. karussel torneo, giostra. Nel dialetto è conservato il termine nel significato traslato con riferimento alle palle di creta, utilizzate nel gioco e adattate a salvadanaio.
E. dim. di karùs testa rapata a cui assomiglia il salvadanaio.

Kasìn (s/p)
- (genere femminile) circolo, ritrovo per anziani.
P. es: ëya šut a la kasìn: è andato al circolo degli anziani.

Kastìdd (u/i)
- castello.
E adatt. della corr. parola it. per ll > dd.

Kašš (s/p)
- cassa.
E. adatt. della corr. parola italiana, per ss > šš.

Kaššabbànk: cassapanca.

Katarrèdd (s/p)
- costola.
P. es: kudd tën i katarrèdd da for: quello ha le costole sporgenti (si dice di chi è molto magro).
E. dim. it. chitarra, alle cui corde somigliano le costole sporgenti. Lett. "chitarrelle", per ll > dd.

Katìn (u/i)
- vaso di terracotta verniciato all'interno e sul labbro.
E. < it. catino < lat. catinum.

Kazzòtt (u/i)
- pugno.
E. < it. raro cazzotto. lat. capitium forte pugno dato sul capo.

Kazzunër
- coglione.
E. < it. cazzone.

Kën (a. kanagghyòn, kaččùn)
- cane.

Keng
- clan, gruppo, combriccola.
E. adatt. anglo-americano gang combriccola.

Këp (s/p) (a kuzz)
- testa.
E. < it. capo, lat. caput, gr. kefalé.

'Ngëp (pr. 'nghëp): in testa.
Repertorio di esclamazioni e imprecazioni contentnti Këp:
Këp d' kàšpt: probabilmente variazione del più diretto e puntuto këp d' Ka**;
Këp d' sarëk (a. Këp sarëk): testa di sarëk;
Këp d' stuz: probabilmente variazione di këp d'stu Ka**;
Këp d' zurr: testardo, testa dura, cocciuto.

Këpabbàšš (u/i)
- discesa.

Këpad'àlt (u/i)
- salita;
- destinazione di chi è emigrato al nord.

Këpavvìnt (s/p)
- avventato.

Këpchyàtt (u/i)
- cefalo testa piatta (pesce).

Këpsòtt (u/i)
- (a) testa in giù, tuffo.

Këptònn (u/i)
- capriola, capitombolo.

Këptùrn (u/i)
- capogiro.

Kës'kavàdd (u/i)
- caciocavallo.
E. < cacio + cavallo; prob. perché asciugati a cavalcioni per due su un bastone.

Kës'rkòtt (u/i)
- cacioricotta.
E. < cacio + ricotta.

K'kùmbr (u/i)
- specie di cetriolo.
E. < fr. cocombre, sp. cohomhro, it. cocomero < lat. cucumis (sativus).

K'kùv (s/p)
- verso della civetta;
- persona insistente.
P. es: sí nu K'kùv: sei molto insistente, sei uno che rompe.
E. Kukkuëš.

K'lòstr
- primo latte della puerpera.
E. < lat. e it. colostra.

K'lùmbr (u/i)
- fico primaticcio, fiorone. Fico colombo (alterazione nel dialetto "columbri") che matura verso la fine di giugno.
E. < gr. kórimbos cima.

K'lùstr (u/i)
- dolce casalingo natalizio di pasta frolla fritta con miele o vino cotto e granella di frutta secca, mandorle o confettini colorati.
E. < gr. khylos succo, risalente al verbo khéo io verso. La voce dialettale richiama l'it. colostro il primo latte della puerpera, molto dolce, quindi quasi una leccornia, come leccornie sono i dolci chiamati k'lùstr.

Kōč
- cuocere;
- scottarsi;
P. es: kōč! Scotta!
E. < lat. coquere ed excoquere rispettivamente cuocere e scottare.

Kòcchy
- serto;
- coppia.
P. es: na kòcchy d' pumadurìdd: un serto di pomodorini.
E. adatt. di it. coppia per ppi > cchy. Il serto di pomodorelli (che non possono essere intrecciati come l'aglio) assume la forma di una "coppia" di grappoli pendenti dallo stesso filo. Ròcchy.

Kòf'n (s/p) (a. kof'l, koff'l)
- cesto (coffa) di lamiera usato dai muratori.
E. < gr. kofinos cesto, ar. cofa e qufa > it. coffa.

Kòk'l (s/p)
- orbita o più propriamente l'occhio stesso.
P. es: s' chyùd'n i kòk'l d' l'ùcchy p' la stankèzz: si chiudono gli occhi per la stanchezza.
E. prob. < lat. chiocciola alla quale assomiglia il bulbo oculare.

Kòm't (u/i)
- bacinella, secchio, recipiente in generale, contenitore.
P. es: pìgghy u kòm't: prendi il contenitore (riferito a qualsiasi recipiente atto alla bisogna).
E. < it. comodo < lat. commodus conforme alla misura.

Kopp (s/p)
- collina, crinale di monte.
E. < sp. copa cima degli alberi.

Kòr'l
- collera.
E. metatesi it. collera.

Kòr'y (s/p) (a. kar'stùs)
- pelle, cuoio;
- avaro.
P. es: ëy nu kòr'y: è molto avaro, nel senso che è duro come il cuoio.
E. < lat. corium pelle.

Kòzz'k
- crosticina che si forma su piccole ferite.
E. < it. cozza o cozzeca e questi da coccia (lat. cochlea chiocciola, scorza). Skuzz'ká

K'ppùt
- convesso.
E. < it. copp(ol)uto tondo e quasi a cupola; lett. "copputo". lat. cuppa.

Kragn (s/p)
- cumulo di pietre.
E. < gr. kranaos pietroso.

Kravòn
- carbone.
E. < carbone per inversione ar in ra e b > v.

Kravùn: al plurale;
Kravunèdd: carbonella;
Kravunìr: carbonaio.

Kravùgn (u/i)
- grosso foruncolo.
E. < it. carbuncolo, carbunco < lat. carbunculus.

Krematìn (a. kromatìn)
- lucido per scarpe.
E. < it. cromatina crema per dare il lucido alle scarpe. Krëy.

Krëp (s/p)
- capra.
E. metatesi r con p lat. e it. capra. Kàpr'y.

Krët
- argilla.
E. < it. creta. sp. greda argilla.

Krëy
- domani.
E. < lat. cras > it. ant. crai.

Krëmatìn: domani mattina;
Kressër: domani sera;
P'skrëy: dopo domani;
P'skrìdd: domani l'altro.

Kriànz
- educazione.
E. < sp. crianza. it. dotto creanza.

Kriùs (s/p)
- faceto, buffo.
E. adatt. della parola it. curioso.

Kromatìn (a. Krematìn)
- lucido per scarpe.
E. < it. cromatina crema per dare il lucido alle scarpe.

Kr'ššènd (pr. Kr'scènd)
- lievito.
E. < it. crescere, crescente che cresce, che aumenta.

Kr'šùl (u/i) (pr. kr'sciùl)
- orzaiolo all'occhio. E. < it. crogiolare = rosolare per effetto del colore rossastro che ha l'orzaiolo, ovvero < it. crescere, lett. "cresciolo" cresciuto un poco. Vrùš'l;
- legaccio di sovatto per scarpe. E. < ted. krausen/kräuseln increspare, corrugare della pelle, da cui sono ricavati i legacci in parola.

Kr'tùr (a. l'ssìy)
- lisciva (soluzione di acqua e cenere bollente che residuava nel bucato di una volta).
E. adatt. dello sp. curt(ad)or < curar candeggiare, imbiancare. O corruzione dell'it. colatura quello che resta dalla "colatura" della cenere.

Krudìvl
- coriaceo, di difficile cottura (detto di legumi). Lett. "crudevole", che rimane quasi crudo (duro a cuocersi).
E. < lat. volg. crudivus < lat. crudus che non cuoce.

Kruèdd
- vino o tinozza per il vino.
E. trasl. della parola it. (di etimologia incerta) crovello: vino di uva fermentata senza spremitura.

K'stùm (u/i)
- vestito "buono";
- costume da bagno.

K'tùgn (u/i)
- cotogno.
E. adatt. della corr parola it.; lat. cotoneus, gr. kydonios (da Cidone nell'isola di Creta).

Kubbàğğ
- cubatura.
E. < cubaggio, altro termine it. per cubatura.

Kucchytèdd
- gemelli.
E. < vedi kòcchy.

Kudd
- quello.

Kuddfàtt: letteralmente "quel fatto" per riferirsi al mestruo).

Kuff'yá
- fare le smorfie, burlare.
E. < sp. chufietear motteggiare mordacemente.

Kùgghy
- ernia. E. < it. coglia, lat. coleus borsa dei testicoli o lat. acucula aguglia, guglia, per il dolore di pungitura dell'ernia;
- confidenza (riferito a bambino). E. < it. agugliata che è la lunghezza di refe o sim. infilata o da infilarsi nella cruna dell'ago, nel gergo della filatrice tessitrice. Sta per spago o corda, in senso fig. dare spago o corda al bambino.
P. es: tën la kùgghy: ha l'ernia; no da kùgghy o uagnòn: non dare confidenza al ragazzo; u uagnòn ëy k'gghyùt: il ragazzo è viziato.

K'gghyùt (s/p): viziato.

Kuká
- coricarsi.
E. < it. corcare, fr. coucher.

Kukët: coricato.

Kukkuëš (s/p)
- civetta, il cui verso è detto u k'kùv. Termine onom. come il ted. kuckuck cuculo.
E. adatt. it. dis. coccoveggia, per ğğ > š.

Kukumìdd (u/i)
- cuccuma di rame o di terracotta in cui far bollire il caffè o altra bevanda.
E. dim. it. cuccuma < lat. cucuma, lett. "cucumello" per ll > dd. Čukklatër.

Kukuzzèdd (u/i)
- zucchina.
E. dim. it. cocuzza. lett. "cocozzella" (lat. cucutium) per ll > dd.

Kulàzz
- quantità di grano, olive, ecc che copre appena il fondo del sacco.
E. < lat. culus fondo + suff. spregiativo. Akkulazzá.

Kul'nètt (s/p)
- comodino.
E. adatt. vezz. it. colonna, "colonnetta". Fino ai primi anni del 1900 molti comodini imitavano la forma della colonna a muro, divisa quasi per metà.

Kumbá (u/i) (a. om)
- uomo, signore;
P. es: Bongiòrn 'mba Santì: buongiorno "'mbà" Sante.
E. < lat. compater, sp. e it. compare, fr. compère. Kumbá propriamente "uno simile al padre" e quindi uomo in genere. Kumbër.

'Mbà: appellativo amichevole e/o di considerazione seguito dal nome della persona.

Kumbanàğğ
- companatico.
E. < basso lat. cumpanagum, it. dís. companaggio.

Kumbarèš
- fare bella figura.
P. es: sparàgn e kumbarìš: fare bella figura con poca spesa.
E. < lat. comparere fare bella mostra di sé, da cui l'it. comparire non più adoperato con questo significato.

Kumbër (u/i) (a. gnorsànt)
- compare, padrino. Propriamente "chi come il padre" assume i doveri canonici derivanti dall'essere padrino di battesimo.
E. Kumbá.

Kummër: al femminile.

Kumbët
- concorrenza.
P. es: si nu t'rdòn vècchy e t' vuy mett a kumbët p' nu uagnòn: sei così grande e ti ci metti con un bambino.

Kumët (s/p)
- aquilone.
E. < sp. cometa cervo volante, trasl. it. cometa stella con la chioma.

Kummá (u/i)
- donna, signora.
P. es: Bongiòrn kummá Marì: buongiorno donna Maria.
E. < tardo lat conmater = compagna, amica della madre e quindi in senso fig. donna.

Kummàtt
- lavoricchiare, lavorare in un certo qual modo, più per impiegare proficuamente il tempo che per la consapevolezza di compiere un lavoro veramente produttivo. Il contadino quando piove kummàtt, si dedica a piccoli lavori al riparo dalla pioggia (aggiusta scarpe, riduce in tocchi la legna, ritaglia manici per assi, ecc.) oppure, quando è bel tempo, negli intervalli dei grandi lavori nei campi (aratura, semina, potatura, raccolta, ecc.) kummàtt con piccoli lavori sulla terra (toglie le erbacce, zappetta vicino agli alberi, ecc.). L'etimo è ricavato dall'it. combattere, contrastare in battaglia, battagliare senza una definitiva e risolutiva conclusione.

Kummattènn: gerundio di kummàtt;
Kummattùt: participio passato di kummàtt.

Kumm'gghyá
- coprire.
E. Skumm'gghyá.

Kumm'gghyët: coperto.

Kum'naziòn
- sottoveste.
E. < verbo it. communire rinforzare. Infatti la sottoveste "fa da rinforzo" alla veste.

Kund'mèr'y
- conti, conteggi che si fannoa a fine lavoro una volta tanto e si sceglie per l'occasione un luogo all'ombra o al fresco.
E. incrocio di conto + meria: fare i conti al fresco, all'ombra (meriare meriggiare).

Kunfr'ntá (a. 'nkunfr'ntá, affruntá)
- incontrare.
E. traslato it. confrontare, nel senso della loc. lat. cum fronte ire o venire. Affruntá.

Kunğ'rtá
- aggiustare le cose, contrattare, accordarsi.
E. < adatt. it. concertare.

Kunğ'rtët: cose aggiustate, contrattato, accordo raggiunto.

Kuntadèč'm (s/p)
- dècade.
E. lett. "conta decima", conta per gruppi di dieci. Pul'mnër.

Kunz (u/i)
- torchio o strettoio del trappeto.
E. < basso lat. conzum prob. forma contratta di consum(ptus) ridotto, contratto.

Kunzprìn (u/i)
- cugino/a.
E. < lat. consobrinus ed it. dis. consobrino cugino da parte di madre, in dialetto ha il significato di cugino, sia da parte di madre che di padre.

Kunzprìn'm: mio cugino/a;
Kunzprìn't: tuo cugino/a.

Kunzùl
- "consolo": pranzo offerto a chi è nel dolore per la morte di un parente.
E. < it. consolare alleviare, fr. consoler, sp. consolar.

Kùpp (u/i)
- coppo, retino per pesci.
E. trasl. it. coppa. K'ppùt.

Kuppìn (u/i): mestolo.
Kupp'tìdd (u/i): gelato o orecchiette (pasta tradizionale pugliese).

Kurč-kùgn
- persona bassa e robusta.

Kurrènt
- piccolo corso d'acqua;
- elettricità.

Kūrs
- voce stentorea, grido. Il termine evidenzia una voce che ha "del do di petto".
P. es: t'nëv nu Kūrs: aveva una voce stentorea.
E. fr. ant. cors petto, torace.

Kurtìdd (u/i)
- coltello.

Kusì
- cucire.

k’sùt: cucito.

Kūst (s/p)
- dorso, schiena.
P. es: m' fann mël i kūst: ho mal di schiena.
E. trasl. lat. costa costola, fianchi.

Kutìn (s/p)
- patronimico di zona delimitata dalla crescita di piante cespugliose, soprattutto dello Scotano.
E. < gr. kòtino olivo selvatico < lat. scientifico cotinus o rhus cotinus scotano.

Kutlá
- toccare lievemente, scuotersi appena.
E. verbo costruito sul sost. lat. cutis pelle.

Kutlët: toccato lievemente, scosso appena.

Kutt
- sanguinaccio.
E. < it. cotto cosa o vivanda che si fa cuocere. Il sangue, perlopiù di maiale, veniva "insaccato" e fatto cuocere in acqua.

Kuzz (s/p)
- parte superiore della scure, dorso dell'accetta;
- testa (a. këp).
E. adatt. it. coccia testa (per cci > zz) ovvero traslato sp. coz calcio del fucile o metatesi di zucca testa.

Kuzzètt: nuca, collottola;
Kuzz'ndrët: all'indietro.
Skuzzètt (s/p): nuca; "culetto" della pagnotta di pane tagliata a fette.

K'zzùt
- utensile con codolo grosso.

ultimo aggiornamento: 04/2022

e-mail: franco.frascolla(at)gmail.com

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