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Dizionario - Z.


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Il presente repertorio di voci dialettali presenta solo i termini che si discostano in modo significativo dall'italiano corrente, per sintassi, significato o interpretazioni.

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Consulta anche le pagine:
- Caratteristiche fono-morfo-sintattiche del dialetto viestano;
- Abbreviazioni.

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Zá! (a. šó!)
- Via! Va via! Esclamazione usata per scacciare il cane.
E. < lat. ex hac (va via) di qui. Sloveno psa cane.

Zagàgghy (s/p)
- corda, funicella, spago del calzolaio per cucire le scarpe;
- funicella che si avvolge intorno allo struml per farlo girare.
E. < sp. soguilla cordicella < lat. volgare soca corda > it. dis. soga corda.

Zagghyòk (a. mazzakën, sammùk, v'rdìk, zammùk)
- bastone corto e nodoso, più sottile nell'impugnatura e più grosso e arrotondato all'altra estremità, usato perlopiù come mezzo di offesa o di difesa.
E. prob. ar. zagaja punta della lancia. Magghyòk.

Zambën (s/p)
- zanzara.
E. incrocio di zampa (a sua volta zanca + gamba). + it. dis. zanzana (zanzara). Quindi lett. "zambana". Čamb.

Zambanèd (s/p): zanzarina.

Zàmbr'
- rozzo, campagnolo.

Zammùk (a. mazzakën, sammùk, v'rdìk, zagghyòk)
- bastone, stecco di legno robusto.
E. Sammùk.

Zangètt (pr. zanghètt; a. Bakòng, Baš, Chyàtt, P'cùzz, Vaš)
- cianchetta, pesce simile ad una sogliola di piccole dimensioni (di solito si mangiano fritte);
- persona piccola (ma tutto pepe).
E. < it. cianchetta (ci > z, ch > g e caduta della a finale). ted. zunge lingua; seezunge sogliola (see mare + zunge lingua, lett. "lingua di mare").

Zann
- dente.
E. < ted. zahn dente.

Zannùt: chi ha i denti vistosi e sporgenti.

Zanzën (s/p)
- sensale.
E. < ar. simsar. fr. censal (antiquato censel).

Zappìn (s/p)
- pino.
E. < it. dis. zapino o zappino < lat. sapinus abete rosso.

Zaqquër (s/p)
- tamarro, zoticone, cafone;.
- trascurato nell'aspetto e nel modo di vivere..
P. es: si propriy nu zaqquër: sei proprio uno zoticone.

Zàzz'r
- sporcizia;
- zazzera, ad imitazione immaginifica dello sporco che si suppone accumulato sotto una capigliatura molto lunga.
E. trasl. it. zazzera.

Zenn
- un poco;
- parte, lato, angolo.
P. es: damm na zenn d' pën: dammi un po' di pane; mìtt'l a quèdda zenn: mettilo da quella parte.
E. < germ. zinna punta, margine.

Zenna-zenn
- andare rasente:
P. es: šì zenna-zenn u mur: andare rasente il muro.

Zèpp'l
- piccolo cuneo.
E. < dim. dell'it. zeppa < longobardo zeppa cuneo. germ. zepfe cuneo e punta. ted. zipfel punta, capo, estremità, lembo.

Zìën
- zio/a.
E. < it. dis. ziano zio.

Ziàn'm: mio zio/a.
Ziàn't: tuo zio/a.

Zìk-zìk (a. 'nzìk)
- giusto giusto, esattamente.
P. es: vëy zìk-zìk: combacia (veste, calza) alla perfezione.
E. 'Nzìk e Azz'kká.

Zil
- diarrea.
E. < gr. tilào flusso di ventre.

Zìn'l
- cenno con l'occhio, occhiolino.
E. < dim. lat. cinnulus < cinnus (c > z) cenno. Finzione diacronica: cinnulus → zinnulus → zinnlus → zìn'l.

Zìpp'r (s/p)
- stecco di legno appuntito.
E. < longobardo zippil punta, estremità > it. ted. zipfel punta > it. zipolo.

Zìrl (s/p)
- pianto capriccioso di neonato o bambino.

Z'rlùs (u/i): lamentoso, piagnucoloso. E. < it. zirlo il verso breve e acuto del tordo. Lett. "zirloso". sp. chirlar borbottare.
Z'rlòs: al femminile.

Zit
- scapolo o nubile;
- sposo o sposa, sposi.
E. < gr. zitéo cercare (moglie o marito). It. dis. citto ragazzo, fanciullo.

Z'tòn: scapolo o nubile in età matura;
Z'tùn: al plurale.

Z'knècchy
- nitido.
E. < it. zecchino ducato d'oro coniato a Venezia nel XVI secolo. Quindi nitido, puro come l'oro zecchino.

Z'knyá
- succhiellare le carte da gioco (scoprire le carte poco a poco).
P. es: z'knyá i kart: scoprire le carte a poco a poco.
E. verbo costruito sull'it. zecchino, lett. "zecchiniare" nel senso di rendere nitido, come l'oro puro (il punteggio delle carte). Prob. il verbo si ricollega anche alla "nitidezza" del volto (illuminato o depresso) che si palesa nel lento scoprimento delle carte. Z'knècchy.

Z'lùrk
- l'orco cattivo che spaventa i bambini.
E. < lett. "zio l'orco" lo zio cattivo. Z'rùšš.

Zokkl (s/p)
- femmina del ratto di fogna. E. adatt. it. zoccola < lat. sorcula femmina del topo;
- meretrice. E. < trasl. f. di zoccolo < lat. socculus dim. di soccus sandalo di legno. Con tali sandali ella va rumorosamente su e giù ai bordi della strada, per richiamare i clienti.

Z'rubbètt
- bicchiere di neve più o meno aromatizzato con un liquore o un superalcolico (piuttosto raro in paese per l'assenza della materia prima; l'ultima "ubriacatura" risale al 1985).
E. < it. sorbetto.

Z'rùšš
- rosso di capelli.
E. < lett. "zì rosso" zio rosso. La forma tronca zì per zio nei dialetti è titolo che si dà anche a persone sconosciute, per affetto o rispetto. Z'lùrk.

Zumb (u/i)
- salto.
E. < it. zompare: incrocio di un onom. "c...n" "saltellante" + zompo o zampa. Ovvero < zampa, lett. "zampare" nel senso di mettere una zampa dietro l'altra a "saltelli". Ovvero trasl. sp. zumbar ronzare, per la "voce" a salti di tono nel ronzio.

Zurr (u/i)
- caprone. È voce campana, molisana e pugliese. Nel laziale zappo montone e calabrese zimbaru caprone. Nel nordico zibbe agnello, capra. ted. ziegenbock caprone (ziege capra).
E. sembra provenire dalla voce germ. zibbe, la cui z iniziale risulta conservata in tutti i derivati.

Z'z'lòn (a. chyankòn)
- grosso sasso.
P. es: song kadùt p'kké stëv nu z'z'lòn: sono caduto inciampando in un grosso sasso.
E. accr. it. sasso, lett. "sassolone"

Z'z'lùn:al plurale.

ultimo aggiornamento: 05/2021

e-mail: franco.frascolla(at)gmail.com

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